Unità costruite : 370
Anno di progettazione : 1904
Anni di costruzione : 1906 – 1922
Rodiggio : 0-3-0 ( C )
Caldaia : 1.48/78.22 mq, 12 bar (atm)
Meccanismo : cilindri esterni Walschaerts
Dimensione cilindri :V420 x 580 mm
Potenza : 270 Kw ( 370CV ) a 30 km/h
Velocità massima : 55 km/h
Sforzo di trazione massimo : 56 kN
Lunghezza locomotiva : 9160 mm
Diametro ruote motrici : 1310 mm
Massa in servizio : 45.3 ton
Massa aderente : 45.3 ton
Capacità d’acqua : 5 mc (5000 litri)
Capacità di carbone : 1500 kg
835 226 – costruttore OM Napoli, 1911 numero di costruzione 381
La storia: la 835 226 e il progetto del suo recupero
Oggi tra i tanti mezzi riportati agli antichi splendori, preservati funzionanti a rappresentazione di un sempre più sensibile interesse verso il parco storico di Trenitalia, manca una vaporiera come la 835.
Di questi mezzi ne esistono, scampate alle demolizioni 54 unità, 9 delle quali esposte in vari musei, questo perchè grazie alle dimensioni contenute e compatte erano adatte per essere esposte come monumento, a ricordo del passato ferroviario nazionale; ma tuttavia nessuna di queste è funzionante.
In accordo con le preposte istituzioni, le maestranze dell’officina di Manutenzione Corrente di Milano Smistamento e la neo costituita associazione hanno intrapreso un progetto ambizioso atto alla salvaguardia della 835 226 già monumento presso la stazione di Arona (NO). Lo scopo è quello di recuperare l’anziana vaporiera non soltanto a livello di restauro estetico ma anche funzionale.
La 835.226 è stata una delle prime locomotive adibite a monumento. E’ stata spenta e accantonata il 14 ottobre 1969, dopo 58 anni di onorato e umile servizio, svolto negli anni sui piazzali di scali e stazioni di mezza Italia.
L’ultimo servizio prima dell’accantonamento la nostra 835 lo ha svolto nello scalo di Lecco, assegnata al locale deposito. Precedentemente ha lavorato nei depositi di Roma S. Lorenzo, Napoli Sperone, Napoli Smistamento, Udine, Trieste, Firenze, Venezia, Orte e Bologna S. Donato. L’ultima Grande Riparazione è stata effettuata nel 1956 nelle OGR di Verona Porta Vescovo, seguita da una Visita d’Officina a Cremona nel 1963. Ceduta in comodato d’uso dalle Ferrovie dello Stato al comune di Arona nel 1973 fu monumentata nella stazione cittadina.
Dopo un rapido censimento delle locomotive gruppo 835 ancora esistenti in Lombardia, grazie all’aiuto del MERS diretto dall’Ing. Luigi Cantamessa, viene scelta la 835.226 di Arona già posta in vendita e oggetto di trattativa per l’acquisto da parte di qualche privato o Ente oppure destinata a demolizione.
Il recupero e il trasferimento da Arona a Milano
Il 22 luglio 2006 dopo una serie di sopralluoghi, il treno soccorso di Milano Smistamento si muove alla volta di Arona dove sta per iniziare l’ambizioso progetto di recupero funzionale della 835.226. Dopo un lungo lavoro durato quasi 13 ore le ruote dell’anziana vaporiera tornano ad appoggiarsi sulle rotaie del primo binario di stazione. E’ un successo!
Dopo aver oliato, controllato e preparato la 835.226, alle 22.15 della stessa lunghissima giornata di lavoro cominciata all’alba, il treno soccorso parte alla volta di Milano alla velocità massima di 30 km/h; in coda assoluta la nostra vaporiera. Il viaggio si compie in due tappe dato che a Busto Arsizio la 835 viene scartata a causa del riscaldamento di un cuscinetto di un asse. Una settimana di sosta e sabato mattina, 29 luglio 2006, il treno soccorso riaggancia la 835 e finalmente raggiunge l’OML di Milano Smistamento dove si trova tuttora. A Novembre 2006 l’ingresso nell’Officina Media e l’inizio della lunga e laboriosa operazione che nelle intenzioni dovrebbe ridar vita a questo mezzo.
Lo spoglio e i primi interventi
Il 16 Ottobre 2006 la locomotiva viene ricoverata nella Officina “Media” e ripulita da rifiuti di varia natura accumulatisi negli anni nel ceneratorio, nel forno e nella cabina.
Nasce l’idea di organizzare con le debite autorizzazioni, un gruppo di lavoro apposito che operi nell’ambito della neonata associazione.
Cinque giorni dopo il suo ingresso in media, il 21 Ottobre, alcuni volontari provvedono a smontare il biellismo. La sicurezza nell’operare e le regole di lavoro determinano una sosta nelle operazioni preliminari di smontaggio che si protraggono fino a metà dicembre quando finalmente viene istituita un’organizzazione del gruppo di lavoro.
Il 15 dicembre la 835 viene spostata dai binari di ricovero al coperto all’Officina Media vera e propria. Un gruppo di volontari inizia a smontare la minuteria (regolatore, rubinetti dei soffianti) e la tiranteria del freno. Alcuni di questi pezzi vengono sabbiati e sono già pronti. Il grosso dei lavori prende il via il 19 Gennaio, quando col cannello acetilenico viene smontato il camino e aperta finalmente la camera a fumo, ripulita nei giorni successivi da una grande quantità di immondizia. Le operazioni di smontaggio proseguono più o meno in maniera costante; i principali interventi e le date di esecuzione sono riportate nella tabella esplicativa della cronologia dei lavori a fine capitolo.
Con lo spoglio dei materiali della locomotiva sono iniziate anche le revisioni delle singole parti inviate dove non è stato possibile operare in casa, presso impianti competenti in materia e ancora in grado di eseguire lavorazioni specifiche su questi mezzi. Così le sale, dopo esser state separate dal carro e calate, sono state inoltrate a Livorno dove la locale officina si incaricherà di tornirle, le casse dell’acqua sono state inviate a sabbiare presso le OGR di Voghera al pari del duomo.
Arriviamo al 15 Marzo 2007 quando vengono convocati a Milano Smistamento, al capezzale della nostra 835 alcuni responsabili ed esperti del MERS che operano presso il deposito di Pistoia divenuto negli anni vera roccaforte e clinica dei mezzi a vapore.
L’incarico loro affidato è quello di misurare tutti gli spessori delle lamiere di caldaia, forno, pareti del forno, voltino… il loro responso è fondamentale per decidere il prosieguo del ripristino funzionale della 226. Il giudizio finale è positivo: il forno e la caldaia sono ancora in buone condizioni. La risposta era quella che si sperava: adesso si può continuare ad operare con lo scopo di rimettere in pressione la «Cirilla» (nomignolo affibbiato dai ferrovieri a queste locotender) consapevoli che quanto fatto fino a questo momento non lo si è fatto inutilmente.
Nel corso di questi anni il lavoro procede lentamente, vengono smontati i tubi bollitori, si controllano le sale, viene fata un’analisi degli spessori della caldaia per valutarne lo stato.
I nuovi tubi per la caldaia sono un generoso omaggio della Acciaieria Arvedi di Cremona, intanto si rimette mano a tutto il telaio per una ennesima e approfondita pulizia.
Al termine si valuterà la situazione del telaio per capire come procedere ulteriormente.
Le sale sono stato portate presso un’azienda specializzata che provvede alla tornitura ed la montaggio delle boccole originali.
Pian piano la nostra locomotiva riprende vita, il lavoro è tanto e richiede molto tempo ma arrivati fin a questo punto cercheremo di non fermarci di fronte ad inevitabili problemi di natura tecnica, economica e logistica perché il nostro obbiettivo, dopo tanti sforzi profusi per arrivare fin qui è uno soltanto: rivedere in pressione la 835.226.